venerdì 29 aprile 2011

Stevenson


Splendori di azzurro, nubi di fragranza, un tintinnio di cascate e di uccelli canori salivano su di lui come esalati da una memoria più profonda, primordiale, che non era la sua ma apparteneva alla carne sulle sue ossa. Il suo corpo ricordava; e gli pareva che il suo corpo non fosse materia ma etereo e labile come una frase musicale; per esso sentiva una tenerezza squisita come per un bimbo, un innocente, pieno di bellissimi istinti e destinato a una morte precoce.


Waves





Nessuna onda può pettinare il mare
E incanalarsi in saldo sentiero.
Ecco l'idea che viene
Come un uccello nella sua leggerezza,
Sulle vele delle esili ali
Bianche per l'acqua sollevata.
Vieni, stai per perdere la tua freschezza.
Vuoi scivolare da te nella rete,
O devo io trascinarti
Nella mia esotica compostezza?

(D. Thomas) 
 


giovedì 28 aprile 2011

Uno

Uno finisce che si sveglia un giorno
e dice ma che cazzo ci sto a fare
o qualcosa del genere qualcosa
del tipo basta lo vedi si posa
sempre la stessa polvere in soggiorno
la togli e torna e tutto ciò che pare
nuovo è solo un anello del collare
di tutta questa roba appiccicosa
che più ti muovi e più si stringe intorno
per tenerti al tuo posto nello stormo
di questa specie che ha evoluto in strame
vivificato nella terra smossa
ogni anello trascorso nella fossa
che s’incatena fino a me che dormo
e mi risveglio a me che sazio ho fame
un’altra volta e sento queste lame
ficcarsi tutte dentro per la scossa
di quella forza lenta in cui mi sformo
e che mi renderà simile a loro
riverso nella fossa come un cane
dove finisce l’ultima rincorsa
e ci si serra tutti nella morsa
che chiude questo inutile lavoro
con cui ci costruimmo tante tane
trascorse dalle larve delle vane
voci che fummo fermi nella pozza
o solo l’aria che va via dal foro
 
(Gabriele Frasca,  Poesie scelte 1977-2007)



Stasera come sempre sto sospeso
a risentire quello che mi sento
schiudersi dentro dove s’è già spento
quello stizzo che fuori sempre acceso
arse soffiando con un suono teso
e lungo come il sibilo del vento
o come quello sfrigolare lento
delle scariche statiche che preso
un canale chissà quanto remoto
risuona nella radio di una quieta
rassegnata improvvisa nostalgia
di tutto quanto ignoto è invece noto
se lo si prende come propria meta
o si riaggiusta un po’ la sintonia.

(Gabriele Frasca, da Rive)






lunedì 25 aprile 2011

Steinbeck



Allora il Dottore fece suonare sul grammofono Ardo e Amor, da un album di Monteverdi. Gli ospiti se ne rimasero tranquilli e i loro occhi erano pensosi. Il Dottore sentiva una dorata, gradevole tristezza. Gli ospiti rimasero silenziosi, quando la musica tacque. 
Il Dottore prese un libro e lesse, con voce chiara e profonda:



Ora
Se vedo nell'anima mia la bella dai seni simili a cedri,
Tutta color dell'oro, col volto quali le stelle notturne,
Che la illuminano; col corpo rischiarato dalla fiamma,
Ferito dalla sfolgorante lancia d'amore,
La mia prima, in ragione dei suoi giovani anni,
Allora il mio cuore è sepolto vivo nella neve.
...
Ora
I miei occhi stupiti di non più vedere, creano, creano
Volti della mia fanciulla perduta. O riccioli d'oro
Che sfiorate guance come piccole foglie di magnolia,
O candida, morbida pelle, dove
Le mie povere labbra abbandonate hanno scritto eccellenti
Stanze di baci, e non ne scriveranno più.
...
 Ora
Amo occhi neri e lunghi che carezzano come seta,
Sempre, sempre occhi tristi e ridenti,
Le cui palpebre danno un'ombra così dolce quando si chiudono
Da far pensare a un nuovo e bello sguardo di lei.
Amo una fresca bocca, sì, una bocca profumata,
E ondulati capelli, sottili come fumo,
E dita leggere, e riso di verdi gemme.




domenica 24 aprile 2011

Colours / Blue





















































































Blue, here is a shell for you
Inside you'll hear a sigh
A foggy lullaby
There is your song
 from me

Interferenze

E' probabilmente vero in linea di massima che della storia del pensiero umano gli sviluppi più fruttuosi si verificano spesso ai punti d' interferenza tra due diverse linee di pensiero. 
Queste linee possono avere le loro radici in parti assolutamente diverse della cultura umana, in tempi diversi e in ambienti culturali diversi o di diverse tradizioni religiose; perciò, se esse realmente s'incontrano, cioè, se vengono a trovarsi in rapporti sufficientemente stretti da dare origine a un' effettiva interazione, si può allora sperare che possano seguirne nuovi e interessanti sviluppi.

(Werner Heisenberg)



sabato 23 aprile 2011

Our House...

is a very, very, very fine house…


Yin & Yang

Incipit / 1


Sull’Atlantico un minimo barometrico avanzava in direzione orientale incontro a un massimo incombente sulla Russia, e non mostrava per il momento alcuna tendenza a schivarlo spostandosi verso nord. Le isoterme e le isòtere si comportavano a dovere.
La temperatura dell’aria era in rapporto normale con la temperatura media annua, con la temperatura del mese più caldo come con quella del mese più freddo, e con l’oscillazione mensile aperiodica. Il sorgere e il tramontare del sole e della luna, le fasi della luna, di Venere, dell’anello di Saturno e molti altri importanti fenomeni si succedevano conforme alle previsioni degli annuari astronomici. Il vapore acqueo nell’aria aveva la tensione massima, e l’umidità atmosferica era scarsa.
Insomma, con una frase che quantunque un po’ antiquata riassume benissimo i fatti: era una bella giornata d’agosto dell’anno 1913.








venerdì 22 aprile 2011

martedì 19 aprile 2011

Hedgehog



Emily Dickinson

Se avessimo le ali
per sfuggire al ricordo
molti volerebbero
Abituati a cose più lente
gli uccelli sgomenti
scruterebbero l’interminabile schiera
di uomini in fuga
dalla mente dell’uomo


domenica 17 aprile 2011

Tempo

Il mètro è una grande invenzione, Bruno….   
Un giorno cominciai  a sentire qualcosa nel mètro, poi me ne dimenticai... E allora si ripetè, due o tre giorni dopo.  ...
L’altro giorno mi sono accorto chiaramente di quello che succedeva. Mi dedicai a pensare alla mia vecchia, poi a Lan e ai ragazzi, e, si capisce, al momento mi pareva di andare in giro per il mio quartiere, e vedevo i visi dei ragazzi, quelli di quel tempo. 
Non era pensare, mi pare di averti già detto molte volte che io non penso mai: sto come fermo a una cantonata vedendo passare quello che penso, ma non penso quello che vedo.  …
La questione è che io avevo preso il mètro alla stazione Saint-Michel e subito mi misi a pensare a Lan e ai ragazzi e vedevo il quartiere. Appena seduto mi misi a pensare a loro. Ma nello stesso tempo mi accorgevo di essere nel mètro, e vidi che dopo un minuto, suppergiù, arrivavamo all’Odèon, e la gente entrava e usciva. 
Allora continuai a pensare a Lan e vidi la mia vecchia quando tornava dalla spesa, e cominciai a vederli tutti e a trovarmi in mezzo a loro in un modo bellissimo, come da molto tempo non sentivo. …   Se mi metto a descriverti tutto quello che vedevo nemmeno mi credi, ne avrei per un pezzo.  … vedevo Lan con un vestito verde che si metteva quando andava al Club 33 dove io suonavo con Hamp. Vedevo il vestito con dei nastri, una coccarda, una specie di fregio sul petto e un colletto… Non tutto in una volta, in realtà io stavo girando attorno al vestito di Lan e lo guardavo adagio.  …. Pensa che ti racconto solo un pezzetto di tutto quello che stavo pensando e vedendo. Quanto tempo sarà che ti sto raccontando questo pezzetto? … Mettiamo due minuti circa…. Se ti raccontassi tutto quello che ho visto fare ai ragazzi, e come Hamp suonava Save it, Pretty Mama, e io ascoltavo ogni nota, e Hamp non è di quelli che si stancano, e se ti raccontassi che udii la mia vecchia dire un’orazione lunghissima, in cui parlava di cavoli cappucci, mi sembra, chiedeva perdono per il mio vecchio e per me e diceva qualcosa di certi cavoli cappucci…. Insomma se ti raccontassi tutto questo con i particolari, passerebbero più di due minuti, eh, Bruno? …   
Allora prova un po’ a dirmi come può essere che all’improvviso sento che il mètro si ferma e io lascio la mia vecchia e Lan e tutto il resto, e vedo che siamo a Saint-Germain-des-Près, che si trova a un minuto e mezzo esatto dall’ Odèon. ...  
Allora come potè succedere che io abbia pensato un quarto d’ora in un minuto e mezzo? Come si può pensare un quarto d’ora in un minuto e mezzo?
… solo nel mètro riesco a rendermene conto, perché viaggiare nel mètro è come stare nell’interno di un orologio. Le stazioni sono i minuti, mi capisci, è quel tempo vostro, di adesso; ma io so che ce n’è un altro….
… se io potessi vivere solo come in quei momenti, o come quando sto suonando e anche il tempo cambia… Ti rendi conto di quello che potrebbe succedere in un minuto e mezzo…. Allora un uomo potrebbe vivere centinaia di anni, se trovassimo il modo potremmo vivere mille volte più di quel che viviamo adesso per colpa degli orologi, di quella mania dei minuti e di dopodomani….

venerdì 15 aprile 2011

Senza parole / 1











                                                  


giovedì 14 aprile 2011

Spirale


La spirale è un cerchio spiritualizzato. Nella forma di spirale, il cerchio, sviluppato, disteso, ha cessato di essere vizioso; è stato reso libero.
…. una spirale colorata in una piccola palla di vetro, ecco come vedo la mia vita

(Nabokov, Speak, memory)


mercoledì 13 aprile 2011

Metal Heart




Losing the star without a sky
Losing the reasons why
You're losing the calling that you've been faking
And I'm not kidding

It's damned if you don't and it's damned if you do
Be true 'cause they'll lock you up in a sad sad zoo
Oh hidy hidy hidy what cha tryin to prove
By hidy hidy hiding you're not worth a thing

Sew your fortunes on a string
And hold them up to light
Blue smoke will take
A very violent flight
And you will be changed
Sand everything
And you will be in a very sad sad zoo.

I once was lost but now I'm found was blind
But now I see you
How selfish of you to believe in the meaning of all the bad dreaming

Metal heart you're not hiding
Metal heart you're not worth a thing

Metal heart you're not hiding
Metal heart you're not worth a thing


martedì 12 aprile 2011

C. Lispector


L'amore per la vita mortale l'assassinava dolcemente, a poco a poco. E che me ne faccio?  Che me ne faccio della felicità? Che me ne faccio di questa pace strana e acuta, che ormai sta cominciando a farmi male come un'angoscia, come un grande silenzio di spazi? A chi la dò questa mia felicità,  che già sta cominciando un po' a lacerarmi e mi spaventa.
No, non voglio essere felice.
Preferisco la mediocrità. 



E.A.Poe

Io appartengo a una stirpe nota per vigore di fantasia e ardore di passione. Gli uomini mi hanno chiamato pazzo; ma ancora non è risolta la questione se la pazzia sia o non sia l'intelligenza più elevata, se molto di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo, non scaturisca da una malattia del pensiero - da umori della mente esaltati a spese dell'intelletto generale.
Coloro che sognano a occhi aperti avvertono cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte. Nelle loro grigie visioni essi afferrano squarci d'eternità, e svegliandosi vibrano intimamente nello scoprire di essere stati sul limitare del gran segreto.
A tratti, imparano qualcosa della sapienza che riguarda il bene, e qualcosa di più sulla pura conoscenza del male. Penetrano, benché senza bussola e timone, nel vasto oceano della “ luce ineffabile”  e ancora, "hanno violato il mare delle tenebre, per esplorare che cosa vi fosse".


martedì 5 aprile 2011

lunedì 4 aprile 2011

Parole

In qualche strana maniera noi svalutiamo le cose appena le pronunciamo. Crediamo di esserci immersi nel più profondo dell'abisso, e invece quando torniamo alla superficie la goccia d'acqua sulle punte delle nostre dita pallide non somiglia più al mare donde veniamo. Crediamo di aver scoperto una caverna di meravigliosi tesori e quando risaliamo alla luce non abbiamo che pietre false e frammenti di vetro; e tuttavia nelle tenebre il tesoro seguita a brillare immutato.
Maeterlinck)


Quando si sa quello che contano le parole, la cosa sbalorditiva è che ci si sforzi di enunciare una qualsiasi cosa e che ci si riesca. 
Ci vuole, è vero, una sfrontatezza soprannaturale.    
(Cioran)


Per il fatto che parlare si può, non vuol dire che parlare si possa.
(K.Kraus)