mercoledì 30 gennaio 2013

lunedì 28 gennaio 2013

Fox






Moralità


Quando Dio domandò a Caino dove si trovasse Abele, Caino, adiratosi, replicò con un'altra domanda: «Sono forse il custode di mio fratello?». Il maggiore filosofo morale della nostra epoca, Emmanuel Levinas, osservò: “Da quella rabbiosa domanda di Caino ebbe inizio ogni immoralità. Certamente sono io il custode di mio fratello; e sono e rimango un essere morale fin tanto che non chiedo un motivo speciale per esserlo. Che io lo ammetta o no, sono il custode di mio fratello perché il suo benessere dipende da ciò che io faccio o che mi astengo dal fare. Sono un essere morale perché riconosco questa dipendenza e accetto la responsabilità che ne consegue. Nel momento in cui metto in discussione tale dipendenza domandando ragione — come fece Caino — del perché dovrei prendermi cura degli altri, in questo stesso momento abdico alla mia responsabilità e non sono più un essere morale. La dipendenza del fratello è ciò che fa di me un essere morale”.






mercoledì 23 gennaio 2013

Flash mob







Ricordi


Ho uno strano ricordo di mia nonna. Non l’ho raccontato a nessuno, neppure a lei, perché fa un po’ paura e non sono sicuro al cento per cento che sia vero. E’ uno dei miei primi ricordi. Dovevo avere circa quattro anni, forse anche meno. Ero a casa sua –non so perchè o per quanto, ma ero con lei e c’eravamo solo noi due. Era un giorno di sole caldo all’inizio dell’autunno, e lei aveva passato la mattinata a sostituire le zanzariere della veranda con dei pannelli di vetro. Poi, ovviamente, li aveva lavati, ed erano così perfetti che la veranda catturava e rifrangeva la luce come un cristallo.  Dato che era una giornata calda abbiamo mangiato nella veranda, seduti a tavola uno di fronte all'altro. Non ricordo che cosa stessimo mangiando, ma ricordo noi due seduti a un tavolo dipinto di rosso, e il quadrato scintillante di sole che entrava dal vetro e colpiva il tavolo e me. E mi ricordo  mia nonna che mi chiedeva perchè non mi spostavo più in là, così non mi prendevo un'insolazione. E l'ho fatto, sono scivolato lungo la panca e ho ricominciato a mangiare all’ombra. Non so quanto tempo è  passato –non troppo , però, perché stavo ancora mangiando quello che avevo nel piatto-, quando all'improvviso un pannello di vetro è uscito dalle guide e si è schiantato sul tavolo e sulla panca, proprio dove prima ero seduto io. Non c’era dubbio che, se fossi stato ancora lì, si sarebbe fracassato sulla mia testa. Mi ricordo che ci abbiamo scherzato sopra; abbiamo riso dicendo meno male che mi ero tolto dal sole, e mia nonna ha spazzato via le schegge e abbiamo finito di mangiare. E’ stato soltanto anni dopo che ho pensato che quel giorno era successa una cosa strana. Un piccolo miracolo. Non so se il vetro cadendo mi avrebbe ucciso –probabilmente no-, ma a posteriori ho capito che mia nonna mi aveva salvato, se non dalla morte, almeno da qualche terribile ferita. Ho sempre voluto chiederglielo. Se lo ricordava anche lei? Era successo davvero? Si era presa uno spavento micidiale, oppure, come me bambino, credeva che l'amore portasse naturalmente alla chiaroveggenza? Però non gliene ho mai parlato. Forse temevo che parlandone, trasformando il ricordo in parole, potesse svanire o decomporsi come certi fragili e preziosi oggetti antichi che si sbriciolano appena tornano alla luce.

(Peter Cameron, Un giorno questo dolore ti sarà utile) 


Gente


Il problema principale era che non mi piace la gente, e in particolare non mi piacciono i miei coetanei, cioè quelli che popolano l'università. Ci andrei volentieri se ci studiassero persone più grandi. Non sono uno psicopatico (anche se non credo che gli psicopatici si definiscano tali), è solo che non mi diverto a stare con gli altri. Le persone, almeno per quel che ho visto fino adesso, non si dicono granché di interessante. Parlano delle loro vite, e le loro vite non sono interessanti. Quindi mi secco. Secondo me bisognerebbe parlare solo se si ha da dire qualcosa di interessante o di necessario.


Non ha senso entrare in contatto così con una persona e poi andare via. Non lo capisco. Lo strano è che io sono un asociale, ma quando entro in contatto con uno sconosciuto – anche se si tratta solo di un sorriso o di un cenno con la mano, che non credo sia considerato un vero contatto ma per me lo è – mi sembra che dopo non possiamo andarcene ognuno per la sua strada come se niente fosse.
(...) Credo che sia questo a farmi paura: la casualità di tutto. Persone che per te potrebbero essere importanti, ti passano accanto e se ne vanno. E tu fai altrettanto. Come si fa a saperlo?
(…) Mi rendo conto che non ha molto senso pensare queste cose e poi non fare il minimo sforzo per interagire con gli altri, ma comincio a credere che la vita sia piena di queste tragiche incongruenze.

 (Peter Cameron - Un giorno questo dolore ti sarà utile)




lunedì 21 gennaio 2013

Giorni di mezzo

 
 
 




Silenzio


Amare un amante, generare un figlio, scrivere una poesia, comprendere una legge scientifica, stabilire una regola di convivenza, e in misura minore e forma forse degradata anche perseguire la ricchezza e il successo, acquisire importanza agli occhi degli altri, dialogare su facebook o giocare a flipper in un bar, sono tutti atti attraverso i quali cerchiamo di dare un senso alla nostra vita. Ogni nostro atto tende a dare un senso alla nostra vita, e dare un senso alla nostra vita significa infine risolvere quell’enigma. Significa provarsi a dire l’indicibile, significa far parlare il silenzio.
Di silenzio ne è restato assai poco nel nostro mondo, che per ragioni biologiche, antropologiche, tecnologiche, si va affollando sempre più di emittenti sonori, di generatori di anti-silenzio. Anche il computer davanti a cui stiamo cercando la concentrazione per scrivere queste righe, ci ricorda la sua presenza materica nel mondo con beep e lievi pulsazioni, o solo frusciando e spazzolando impercettibilmente i suoi magneti. Nel contemporaneo persino le immagini, le forme e gli spazi sono sonorizzati dalla tecnologia, che li fa parlare o rumoreggiare, talvolta in utili applicazioni come i convertitori acustici per non vedenti, o i segnalatori dei macchinari. Il silenzio è diventato una specie di disvalore, di segno di morte e pochezza, qualcosa che assomiglia più al nulla, che al vuoto, cioè un nulla provvisto di spazio e presenza, per ritornare a una distinzione di Agostino. Appare difficile oggigiorno stabilire un rapporto totale e continuativo col silenzio come pienezza, come sostanza densa prodotta dall’intenzione di tacere, come attenzione, come sospensione e interruzione del troppo, del superfluo, del già detto o del perfettibile, il silenzio come “campo di forze dell’esistere puro”. L’uomo contemporaneo non sa che “ Chi tollera i rumori è già un cadavere”, come lapidariamente sentenzia Ceronetti, né riflette sulla natura escrementizia del rumore, che dovrebbe rendere sconveniente l’atto di emetterlo in pubblico.
Più che la purezza intatta del silenzio, più che la vergine tabula rasa in cui è possibile ascoltare gli impercettibili segnali che provengono dal profondo di noi stessi e dell’altro, la nostra epoca sembra apprezzare lo sguaiato della comunicazione ininterrotta, querula, sforzata, survoltata, quasi automatica, che la facilità dei nuovi media induce o produce. I messaggi sono sempre più numerosi, e bisogna sempre più rafforzare il segnale, aumentare il volume e la frequenza delle voci per farsi ascoltare. Ma quel che c’è di essenziale in noi, quello che attiene appunto alla sfera dell’indicibile, e va indovinato e quasi suscitato a partire da minimi segni, “divinandolo da un fondo enigmatico e buio” con attenzione amorosa e lenta, è difficile comunicarlo in questo modo.

(Livio Borriello,  da Dire il non dire)
 




domenica 20 gennaio 2013

mercoledì 16 gennaio 2013

Paura


Paura di vedere la macchina della polizia fermarsi davanti casa.
Paura di addormentarsi la notte.
Paura di non addormentarsi.
Paura del ritorno del passato.
Paura del presente che fugge.
Paura del telefono che squilla nel cuore della notte.
Paura delle tempeste elettriche.
Paura della signora delle pulizie con un neo sul viso!
Paura dei cani che mi hanno detto che non mordono.
Paura dell'ansia!
Paura di dover identificare il cadavere di un amico.
Paura di finire i soldi.
Paura di averne troppi, anche se a questo non ci crederanno mai.
Paura dei risultati dei test psicologici.
Paura di essere in ritardo e paura di arrivare prima degli altri.
Paura della calligrafia dei miei figli sulle buste.
Paura che muoiano prima di me e che mi sentirò in colpa.
Paura di dover vivere con mia madre anziana, anziano anch'io.
Paura della confusione.
Paura che questo giorno finisca su una brutta nota.
Paura di svegliarmi e scoprire che te ne sei andata.
Paura di non amare o di non amare abbastanza.
Paura che quel che amo risulterà letale per quelli che amo.
Paura della morte.
Paura di vivere troppo.
Paura della morte.
       L'ho già detta.

Raymond Carver, Paura, da Racconti in forma di poesia 







lunedì 14 gennaio 2013

domenica 13 gennaio 2013

Anestesia


 Non avevo mai subito un'anestesia totale, e devo dire che è fantastica. E' fantastico che la cosa decisiva succeda mentre tu dormi, ma è molto bello anche dopo, il lento pacifico ritorno alla vita che avviene in questa stanza, e poco importa che sia una pace artificiale, procurata chimicamente. Sono sveglio da quasi un'ora, ormai, e sto bene, c'è poco da fare. Sono lucidissimo e non provo dolore, né malessere, solo una gran fame - ma anche la fame è stranamente bella, provata qui, sembra quella che si prova da bambini. Prima ho chiesto all'infermiera quanto ancora sarei dovuto rimanere in questo ventre di balena, e lei mi ha detto«poco». Ma lo chiedevo per curiosità: non sono impaziente di uscire.
Il fatto è che sono stato lucido da subito, appena aperti gli occhi, e mi è successa una cosa molto suggestiva, alla quale non ho più smesso di ripensare. Non so se l’infermiera definirebbe normale anche questo, ma io ho assistito, per così dire, al mio ritorno in me stesso: ho proprio sentito la memoria scivolarmi addosso, in blocchi distinti, dall’altrove in cui l’anestesia l’aveva parcheggiata. E’ stato molto diverso da un normale risveglio mattutino, quando si aprono gli occhi e vram, quello che sei ti ripiomba addosso in un secondo: è stato un processo molto più lento e graduale, come quando si fa ripartire un computer e quello comincia a caricare tutto ciò che gli serve per funzionare programmi, informazioni, memoria pescandolo dal disco in un certo ordine. Equivale a percepire  la propria consapevolezza di sé non come un tutt’uno - un granitico, ingombrante tutt’uno - bensì  come concatenazione di tante consapevolezze separate. E’ stato come osservare i traslocatori  rimettere tutte le tue cose al loro posto, ecco, una dopo l’altra nella casa dove hai sempre vissuto e  che avevi dovuto lasciare per un certo tempo: alla fine tutto torna come prima, ma l’operazione che  lo rende possibile richiede un certo tempo, e durante quel tempo ti accorgi per la prima volta della  differenza che c’è tra il muro e la libreria che di solito ci sta appoggiata contro.


 

Anniversari / 1



sabato 12 gennaio 2013

Paesologia / 3



 Per vivere in un paese devi dismettere ogni arroganza. Non importa se la nascondi o la fai fluire. L’arroganza si sente, agisce come un acido che corrode i tuoi legami con gli altri.  Il paese è una creatura che ti chiede misericordia. Devi sentirti come un cane bastonato. Non devi sentirti uno che ha qualcosa da insegnare, uno che vuole cambiare la sua vita e quella degli altri. Il paese ti chiede di amare quello che sei e quello che il paese è. Non devi fare altro.  Quelli che vengono dalle città solo per un giorno fanno sempre la stessa domanda: ma qui di cosa si vive? È la domanda di chi pensa di essere in piedi, in sella al cavallo del mondo e di poter andare alla conquista di chissà che.  Il paese, se accogli la sua lingua, ti dice che devi dismettere l’arroganza di chi pensa di essere il padrone della Terra.  L’uomo che va in giro per i paesi, il paesologo, in realtà è un cane, ha il punto di vista del cane. Il mio non è il lavoro di uno scrittore che porta avanti il feticcio del suo stile o della sua poetica. La mia è una scrittura sgretolata, ha la postura accasciata di chi è stato colpito da un male fraternamente incurabile. L’osservazione del territorio è fatta da un animale affratellato ai suoi pericoli, al suo sgomento.  I luoghi in cui viaggio issano la bandiera bianca. Non ci si arrende solo rispetto all’idea di inseguire il mito dello sviluppo, ci si arrende all’idea di essere qualcosa o qualcuno.  È sempre stato così, ma ora abbiamo la grazia di un tempo in cui non ci sono promesse credibili né per questo mondo, né per l’aldilà.
Adesso è il tempo di tornare a una fisiologia meno velleitaria, a un quieto vagabondare nel mondo che gira, nell’aria che non sta mai ferma.

Appartengo a questa vicenda non nella forma ormai superata di un possessore di anima e di fini, ma nell’affanno di un corpo senza padroni. Vorrei scrivere un inno silenzioso alla volontà di dimenticarsi, di dimenticare i grandi feticci dell’umano: questo silenzio conta, non il rumore che magari ancora fanno i miei residui vaneggiamenti egotici.  Non ho idee generali da spacciare, non ho sentimenti eccezionali.  Racconto uno sfinimento che contiene cinismo e nobiltà, lietezza e malumore. La paesologia è una via di mezzo tra l’etnologia e la poesia. Non è una scienza umana, è una scienza arresa, utile a restare inermi, immaturi.  Ma è anche un dolore che combatte, aggirandosi senza fine nelle proprie rovine e in quelle degli altri, e lasciando agli adulti i miraggi della vita riuscita.

 (Franco Arminio, Terracarne, Viaggio nei paesi invisibili e nei paesi giganti del Sud Italia)


 

venerdì 11 gennaio 2013

Deviazioni


Borgna ricorda che Goethe nel Wilheim Meister ebbe sulla follia intuizioni ancora preziose. Per bocca di uno dei suoi personaggi infatti afferma: “I mezzi per curare la follia sono molto semplici. Si tratta degli stessi mezzi con cui s’impedisce ai sani di diventare matti. Si deve incoraggiare in loro un’attività propria, abituarli all’ordine, infondere loro l’idea che hanno un’esistenza e un destino comune a tanti altri uomini, che il talento eccezionale, la somma felicità e la massima sciagura non sono che piccole deviazioni dalla norma comune; così facendo la pazzia non avrà modo di insinuarsi e se verrà non tarderà a sparire".




mercoledì 9 gennaio 2013

Exit


"Comunque, la cosa affascinante è che su “National Geographic” ho letto che ci sono più persone vive oggi di quante ne sono morte in tutta la storia dell’uomo. Per dire, se tutti volessero recitare Amleto contemporaneamente, non ci sarebbero abbastanza teschi."

(Jonathan Safran Foer)


Test su animali


Purtoppo sono ormai tantissime le aziende che testano i propri prodotti sugli animali, ecco i prodotti da evitare:

I PEGGIORI

Procter & Gamble,
multinazionale chimica simbolo dello sfruttamento industriale degli animali nella vivisezione


Ace, Apc, Ariel, Asciugatutto, AZ, Baleno, Bolt, Boss, Bounty, Camay, Clearasil, Dash, Demak’up, Dignity, Dora, Douss Douss Intima, Eukanuba, Experience, Febreze, Gentile, Head&Shoulders,
Iams, Infasil, Intervallo, Keramine H, Kukident, Laura Biagiotti, Lenor, Lines, Linidor, Mastro Lindo, Max Factor, Medinait, Milton, Mister Verde, Napisan, Nelsen, Noxzema, Oil of Olaz, Pampers, Pantene, Poffy, Polin, Pringles, Può, Senz’acqua, Spic&Span, Swiffer, Tampax, Tempo, Tide, Topexan, Tuono,Viakal, Vicks, Victors, Zest

PRODOTTI DI IGIENE E CURA DELLA PERSONA

Acquafresh, Adidas, Alviero Martini (profumi), Atkinsons, Axe/Apollo/Africa, Antica Erboristeria, AZ, Belle Color, Benefit, Binaca, Biotherm, Cacharel (profumi), Cadonett, Calvin Klein, Camay, Casting, Cerruti (profumi), Chloè (profumi), Chopard (profumi), Clear, Clearasil, Colgate, Cover Girl, Cutex, Country Colors, Coppertone,Davidoff, Defend, Denim, Dignità, Dimension, Donge, Douss-Douss, Dove, Drakkar Noir, Durban's, Dr. Scholl's,Elisabeth Arden, Elisabeth Taylor (profumi), Elnett, Elseve, Elvive, Excellence, Fabergè, Feria, Free Style, Fructis Garnier, Fx Studio,
Gattinoni (profumi), Gemey, Gillette, Giorgio Armani (profumi), Giorgio Beverly Hills (profumi), Glicemille, Gloria Vanderbilt, Grafic, Guy, Head&Schoulders, I Coloniali Atkinsons, Infasil, Intervallo, Intima di Karinzia, Iodosan, Isabella Rossellini's ManifestoJean Louis David, Joop! (profumi), Jovan (profumi), Johnson&Johnson, Lactacyd, Lancaster, Lancome, Lanvin (profumi), La Roche Posay, Laura Biagiotti (profumi), Leocrema, Lines (assorbenti adulti), Lines Lei, Linidor, L'Oréal, Lux, Leocrema, Helena Rubinstein, Hugo Bos (profumi), Macleens, Matrix, Max Factor, Maybelline, Mennen, Mentadent, Milton, Movida, Karl Lagerfeld (profumi), Keramine H, Kerastase, Kukident,Napisan, Natea, Neutralia, Nidra, Noxzema, Natura, Neutromed, Neutromed Deo, Neutromed ph 3,5, Nordic ColorsOil of Olaz, Old Spice, Oral-B, Palmolive, Palma Ricasso (profumi), Pampers, Pantene, Paperino's, Pepsodent, Perm&Color, Phas LarochePosay, Plax,Plenitude, Pond's, Pure & Vegetal,Ralph Lauren (profumi), Recital, Redken, Rexona, Rimmel, Senz'acqua Lines, Squibb (dentifricio), Studio Line, Saugella, Sinergie SergioTacchini profumi, Tampax, Timotei, Topexan, Tretan, Taft,Ultra Dolce Garnier, Valentino (profumi), Veet, Vichy, Vidal, Vital Colors, Vividop - Balsam.


CURA E IGIENE DELLA CASA

Ace-Gentile, Aiax, Air Fresh, Anitra WC, Ariel, Autan, Ava-Perla, Baleno, Baygon, Baysan, Bio Presto, Bio Shout, Bolt, Bounty, Bravo, Bref, Brilliance, Bucato lavatrice, Calfort, Calinda, Cif, Coccolino, Cura Morbido, Dash, Dinamo, Duracell, Duraglit, Dixan,Fabuloso, Fébrèze, Finish, Fa,
Glade, Glassex, Harpic, Idraulico Liquido, Kop, Lanza,Lavasbianca, Lenor, Lip, Liù, Lysoform,
Mastro Lindo, Mister Verde, Mr Muscolo, Napisan, Nelsen, Neocid, Neofos, Nix, Off!, Olà, Omo,
Poffy, Polimetro, Provado Pin, Può, Perlana, Sidol, Sil, Raid, Soflan, Sole, Sole di Marsiglia, Spic&Span, Splendid, Superfaust, Surf, Svelto, Swiffer, Tempo, Tide, Tre Corone, Tuono, Vernel, Viakal, Vim-Clorex, Woolite.

PRODOTTI ALIMENTARI

Algida, Amora, Bertolli, Brioschi,Calvè, Carte d'Or, Céréal, Creme Cuisine, Dante, Eldorado, Eukanuba, Findus, Foglia d'Oro (margarina), Friol, Genepesca, Gerber, Gradina, Hill's, Knorr,
Iam's, Igloo, Isostad, Lipton - Ice Tea,Magnum, Marè, Maya, Mayò, Milkana, Montana,Novo Sal, Nestlè,Ovomaltina,Prescription Diet, Science Diet, Science Plan, Pringles, Rama, Rocca dell' Uliveto, San Giorgio, Solero, Sorbetterai di Ranieri, Tè Ati, Top-Down, Toseroni, Vigoplus, Vive la vie

BIBITE

Acqua brillante recoaro, Beltè, Beverly, Coca-cola, Chino', Energade, Fanta, Gingerino recoaro, Ice tea lipton, Isostad, Mirage, Nestea, Nestlè, One-o one, San pellegrino, San bitter, Schweppes, Sprite.

MANGIME PER ANIMALI

GRUPPO MARS:
Whaltam Cani: Chappi, Pedigree, Cesar, Royal Canin (tutta la linea).
Gatti: Frolic, Whiskas, Sheba, Kitekat, Catsan (sabbia), Royal Canin (tutta la linea)

GRUPPO COLGATE PALMOLIVE:
Hill's (science diet, canine maintenance), Hill's Prescription Diet

GRUPPO PROCTER & GAMBLE:
Iams, Eukanuba

GRUPPO NESTLE':
Cani: Alpo, Felix, Friskies, Mighty dog, Pro Plan, Purina ONE, Purina veterinary diets.
Gatti: Alpo, Friskies (Gourmet), Purina ONE, Pro Plan.

BAYER:
Cani: PRO GRES Gatti: PRO GRES


e ancora aziende che testano e relativi prodotti:

3M/ BAYER/BIC/BRISTOL-MYERS SQUIBB/COLGATE PALMOLIVE/GILLETTE/GLAXO SMITHKLINE/GUCCI NV/HENKEL/JOHNSON & JOHNSON/JOHNSON WAX/KIMBERLY – CLARK/MARS/MONSANTO/NESTLE'/NOVARTIS/NUMICO/PHILP MORRIS/PROCTER & GAMBLE/RECKITT BENCKISER/SHISEIDO/UNILIVER/WARNER LAMBERT/WELLA/







Biutiful Cauntri / 2



Il Pacific Trash Vortex, noto anche come Grande chiazza di immondizia del Pacifico (Great Pacific Garbage Patch), è un enorme accumulo di spazzatura galleggiante (composto soprattutto da plastica) situato nell'Oceano Pacifico, approssimativamente fra il 135º e il 155º meridiano Ovest e fra il 35º e il 42º parallelo Nord. La sua estensione non è nota con precisione: le stime vanno da 700.000 km² fino a più di 10 milioni di km² (cioè da un'area più grande della Penisola Iberica a un'area più estesa della superficie degli Stati Uniti), ovvero tra lo 0,41% e il 5,6% dell'Oceano Pacifico. Quantunque valutazioni ottenute indipendentemente dall'Algalita Marine Research Foundation e dalla Marina degli Stati Uniti stimino l'ammontare complessivo della sola plastica dell'area in un totale di 3 milioni di tonnellate, nell'area potrebbero essere contenuti fino a 100 milioni di tonnellate di detriti.
(da Wikipedia)

 "L’accumulo si è formato a partire dagli anni 50, a causa dell’azione della corrente oceanica chiamata Vortice subtropicale del Nord Pacifico (North Pacific Subtropical Gyre), dotata di un particolare movimento a spirale in senso orario, che permette ai rifiuti galleggianti di aggregarsi fra di loro.  L’inquinamento da plastica affligge oltre 300 specie animali nel mondo; nei mari del Pianeta sono presenti tre chili di plastica per ogni chilo di alghe e il 61% della plastica misura meno di un millimetro. Il galleggiamento di tali particelle, che apparentemente somigliano a zooplancton, inganna le meduse che se ne cibano, causandone l’introduzione nella catena alimentare. Anche i mammiferi marini, dai delfini alle balenottere, mangiano quei piccoli pezzi di plastica scambiandoli per calamari, rimanendone intossicati fino alla morte. Vengono ingannate persino le tartarughe: recentemente alle Hawaii ne è stata pescata una con 1000 frammenti di plastica nello stomaco. Ogni anno 1 milione di uccelli marini e 100.000 mammiferi e tartarughe marine muoiono a causa dell’inquinamento da plastica.
Come se non bastasse tutto ciò, le creature marine cadono vittima anche delle reti abbandonate in mare: nessun animale che ne rimanga intrappolato riesce a sopravvivere.
Il 20% della plastica che finisce in mare proviene dalle grandi navi da crociera, che producono in una sola settimana 8 tonnellate di rifiuti solidi. Il resto, è un triste merito della nostra società. Si deve cominciare a pensare prima di usare qualcosa e, soprattutto, prima di buttarlo via. E’ un dovere di tutti noi, come specie umana, nei confronti delle altre specie che abitano il Pianeta, passare da una cultura dello spreco a una cultura dell’uso sensato."
 



Biutiful Cauntri / 1



martedì 1 gennaio 2013

Anno nuovo


Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l'anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì 
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell'anno nuovo:
per il resto anche quest'anno
sarà come gli uomini lo faranno.

(Gianni Rodari)