domenica 27 ottobre 2013

Ora legale



Il giorno in cui sta per scattare l’ora legale, o solare.
Perché non si capisce mai se questa volta scatta l’ora solare al posto della legale, o quella legale al posto della solare. E se la notte dormiremo un’ora in piú o in meno: questo è causa di discussioni estenuanti che si protraggono oltre l’ora dello spostamento delle lancette, vanificando pure l’eventuale ora di sonno in piú. Perché c’è sempre qualcuno, che pure quando gli hai fatto dei disegnini sulla carta, non è convinto, e dice che secondo lui è il contrario: cioè che dormiremo un’ora in piú, e non un’ora in meno come dite tutti (o un’ora in meno e non in piú).
Quando sbadigli, o dici di aver fame, o sonno, c’è sempre qualcuno che ti ricorda che è logico, perché sono le dieci, ma è come se fossero le undici; sono le due, ma è come se fosse l’una. E poi, quando alle sette della sera il sole è ancora alto e ti commuovi perché ormai hai capito che è arrivata la primavera, e dici «che bello, le giornate si sono allungate», ti dicono che non è esattamente cosí, perché è vero che sono le sette ma è come se fossero le sei, ed è soltanto per questo che il sole è ancora alto. E cosí torni subito triste.
Però è bello quando nell’angolino basso della prima pagina, sul giornale, c’è il disegnino dell’orologio con la didascalia che dice: stanotte ricordatevi di mettere le lancette un’ora avanti (o indietro). E il giorno dopo, quando dice: vi siete ricordati di mettere le lancette un’ora avanti (o indietro)?   
  
Francesco Piccolo, Momenti di trascurabile felicità




sabato 26 ottobre 2013

Escape


Ci sono due modi di sfuggire alle miserie della vita: la musica e i gatti. 

Albert Schweitzer



giovedì 24 ottobre 2013

ESA


European Space Agency




 African gem


 Golden curves


 Mississipi river


 Namib desert


 Scandinavian snows


The Palouse region


Venice





domenica 20 ottobre 2013

giovedì 17 ottobre 2013

La porta



Quando l’umanità andrà a spasso tra le stelle, nessuno ricorderà più quel pianeta lontano, quel barbaro asilo infantile dove abbiamo combattuto così tante misere battaglie, pubbliche e private, per conquistare una tazza di cioccolata, ma anche allora sarà impossibile accomodare il destino degli esseri umani che non trovano posto nella vita degli altri.

Magda Szabò, La porta




martedì 15 ottobre 2013

The Atlantic Road





L'Atlanterhavsveien (La Strada sull'Atlantico) è un tratto di 8 chilometri compreso tra le città norvegesi di Kristiansund e Molde. È costruito su diversi isolotti e scogli, che sono collegati da diverse strade rialzate, viadotti e otto ponti. (Wiki)








sabato 12 ottobre 2013

martedì 8 ottobre 2013

Rileggere


Anche io sento il bisogno di rileggere i libri che ho già letto, - dice un terzo lettore, - ma a ogni rilettura mi sembra di leggere per la prima volta un libro nuovo. Sarò io che continuo a cambiare e vedo cose nuove di cui prima non m’ero accorto? Oppure la lettura è una costruzione che prende forma mettendo insieme un gran numero di variabili e non può ripetersi due volte secondo lo stesso disegno? Ogni volta che cerco di rivivere l’emozione d’una lettura precedente, ricavo impressioni diverse e inattese, e non ritrovo quelle di prima. In certi momenti mi sembra che tra una lettura e l’altra ci sia un progresso: nel senso per esempio di penetrare di più nello spirito del testo, o di aumentare il distacco critico. In altri momenti invece mi sembra di conservare il ricordo delle letture d’uno stesso libro l’una accanto all’altra, entusiaste o fredde o ostili, sparse nel tempo senza una prospettiva, senza un filo che le leghi.

   Calvino, Se una notte d'inverno un vaggiatore 



venerdì 4 ottobre 2013

La lupa



Si accovacciò sulla lupa e le toccò il pelo. Le toccò i denti, freddi e perfetti. L’occhio voltato verso il fuoco non rispecchiava più la luce e con il pollice glielo richiuse, le si sedette a fianco e le mise una mano sulla fronte insanguinata. Chiuse gli occhi per potersela immaginare correre libera tra le montagne, alla luce delle stelle, dove l’erba è umida e l’apparire del sole non ha ancora fatto svanire l’immagine delle creature che nella notte le sono passate davanti. Cervi, lepri, colombe e avicole, tutti ben fissati nell’aria per la sua gioia, tutte le nazioni del possibile mondo voluto da Dio del quale lei era parte, dal quale non era separata. Lì dove lei correva le urla dei coyote cessavano come se davanti a loro si fosse chiusa una porta e tutto fosse paura e meraviglia. Le sollevò la testa rigida appoggiata alle foglie, la trattenne, o si allungò per trattenere ciò che non si può trattenere, ciò che già correva tra le montagne, al contempo tremendo e bellissimo, come un fiore carnivoro. Ciò che costituisce la sostanza del sangue e delle ossa, ma che sangue e ossa non possono generare, né su un altare né con una ferita di guerra. Ciò che noi possiamo credere sia in grado di tagliare, dar forma e plasmare la sagoma scura del mondo, se vento e pioggia sono in grado di farlo. Ma che non può venir trattenuto, non può mai venir trattenuto e non è un fiore, ma è una cacciatrice veloce di cui il vento stesso ha terrore e che il mondo non può perdere.


Cormac McCarthy, Oltre il confine






martedì 1 ottobre 2013

Gattofili