domenica 28 aprile 2013

venerdì 26 aprile 2013

Informazione, Conoscenza, Memoria



Si deve trasformare l'informazione in conoscenza, la conoscenza in coscienza. Bisogna assumere un'attitudine etica. Una conoscenza astratta conduce inevitabilmente alla negazione dell'essere umano, che è tutto fuorché astratto, salvo che per un dittatore o per un tiranno. La riduzione dell'uomo a un'astrazione ha condotto a tanti crimini, a tanti massacri. Dobbiamo saper restituire concretezza al nostro sguardo. Dare soddisfazione al bisogno umano di uscire dal silenzio e dalla solitudine. Allora, sapere che l'altro è presente, diviene per ciascuno una necessità profonda e permanente.
Mi servo dell'informazione, ma aspiro alla conoscenza. Mi servo di nomi, cifre ed eventi per cogliere la sostanza e il senso delle cose. Ma non è un passaggio meccanico. Tra informazione e conoscenza c'è un muro che spesso non sappiamo superare, e allora l'informazione perde significato. D'altra parte, è possibile comunicare la conoscenza senza ricorrere all'informazione e persino in silenzio, come si trasmette un'esperienza atemporale.

Ad ogni modo, abbiamo il dovere di serbare memoria del passato. Senza memoria non c'è cultura, non c'è civiltà, né umanità. (…) Un giorno mi chiesi: che cosa succede se la storia, se l'umanità stessa, si ammala di Alzheimer? Ne venne fuori uno dei miei romanzi più disperati. L'ho tenuto nel cassetto per molto tempo. Non si ha il diritto di spingere i giovani alla disperazione. Ho deciso di pubblicarlo quando, nel rileggerlo, ho visto una via d'uscita. Che cos'è l'Alzheimer? E' come quando da un libro strappiamo una pagina, poi un'altra e un'altra ancora. Finché non ci sono più pagine e resta soltanto la copertina.
L'uomo è come vittima di un cancro dell'identità. Che cos'è l'opposto di questa malattia? La memoria. Ricordare impone una dimensione etica. Per questo è un rimedio contro il male, uno scudo contro la crudeltà.

Elie Wiesel




Urban Density / Hong Kong
















Architectural density  in Hong Kong,   Michael  Wolf  Photographer

domenica 21 aprile 2013

Io sto bene



E' una questione di qualità
o una formalità
non ricordo più bene, una formalità
come decidere di tagliarsi i capelli
di eliminare il caffè, le sigarette
di farla finita con qualcuno o qualcosa, 
una formalità, una formalità
o una questione di qualità
io sto bene io sto male
io non so dove stare 

io sto bene io sto male
io non so cosa fare
non studio non lavoro non guardo la TV
non vado al cinema non faccio sport
io sto bene io sto male

io non so dove stare 
 io sto bene io sto male
 io non so cosa fare 
è una questione di qualità
o una formalità
non ricordo più bene, una formalità
 

giovedì 18 aprile 2013

martedì 16 aprile 2013

lunedì 15 aprile 2013

Progresso


L’uomo di sinistra, conformemente al suo credo, manifesta la sua fede non in un certo progresso, ma in un progresso certo, il che è piú grave, e lo fa assomigliare ai primi cristiani che credevano a un prossimo ritorno del Signore in terra, alla parusía. In questa nostra epoca, in cui il progresso tecnologico si è costantemente accompagnato a catastrofiche calamità, sarebbe un atteggiamento fideistico alquanto ingenuo. Ma in che cosa è diverso l’uomo di sinistra, ottimista a ogni costo, dal capitalista di destra che anche lui sogna il progresso, o quanto meno lo sognava fino a ieri? Ogni volta che vado in un supermarket, cosa che del resto mi succede di rado, mi sembra d’essere in Russia. È lo stesso cibo imposto dall’alto, assolutamente uguale in ambedue i sistemi, con la sola differenza che qui i prodotti sono imposti dalle multinazionali e là da degli organismi statali. In un certo senso, gli Stati Uniti sono altrettanto totalitari dell’URSS, e in ambedue i paesi, come del resto dappertutto, il progresso (vale a dire l’incremento del benessere umano immediato), o semplicemente il mantenimento dello statu quo presente, dipende da strutture sempre piú complesse e sempre piú fragili. Come il beato umanesimo del borghese del 1900, il progresso a getto continuo è un sogno che appartiene al passato. Bisogna imparare di nuovo ad amare la condizione umana qual è, accettare i suoi limiti e i suoi rischi, avere un rapporto diretto con le cose, rinunciare ai nostri dogmi di partito, di patria, di classe, di religione, tutti intransigenti e dunque tutti forieri di morte. Quando faccio il pane, penso alla gente che ha fatto spuntare il grano, penso ai profittatori che ne gonfiano artificialmente il prezzo, ai tecnocrati che ne hanno guastata la qualità – non che le tecniche recenti siano necessariamente un male, ma il fatto è che si sono messe al servizio dell’avidità che è certamente un male, e che la maggior parte di esse sussiste solo in virtú di grandi concentrazioni di forze che sono piene di potenziali pericoli. Penso a chi non ha pane, e a chi ne ha troppo, penso alla terra e al sole che fanno crescere le piante. Mi sento idealista e materialista al tempo stesso. Il cosiddetto idealista non vede il pane, né il prezzo del pane, e il materialista, per un curioso paradosso, ignora che cosa significhi quella cosa immensa e divina che chiamiamo “la materia”.

(M.  Yourcenar, Ad occhi aperti)





Starry, starry nights




(Photographer Lincoln Harrison)




sabato 13 aprile 2013

Leggere / 5


In quanto un po' all'antica, ritengo che la lettura sia il più bel passatempo mai escogitato dall'umanità. L'Homo ludens danza, canta, si produce in gesti pieni di significato, assume pose, si acconcia, banchetta e celebra elaborate cerimonie. Non voglio sottovalutare l'importanza di simili passatempi, senza la vita umana scorrerebbe con una monotonia inimmaginabile e forse andrebbe allo sbando. Tuttavia si tratta di azioni di gruppo su cui aleggia, più o meno percettibile, quel certo odore da addestramento militare collettivo. Con un libro in mano, l'Homo ludens è libero. Almeno nella misura in cui gli è concesso esserlo. È lui a stabilire le regole del gioco, obbedendo soltanto alla propria curiosità. Gli è dato di leggere sia libri intelligenti, dai quali apprendere qualche cosa, sia libri sciocchi, perché anche da quelli è possibile ricavare informazioni. È libero di non leggere un libro sino alla fine e di cominciarne un altro dall'ultima pagina, risalendo verso l'inizio. È libero di farsi una risatina là dove non è previsto, o di soffermarsi inaspettatamente su parole che poi ricorderà per tutta la vita. È libero infine,  e nessun altro passatempo lo consente,  di prestare ascolto alle argomentazioni di Montaigne o di fare un tuffo nel Mesozoico.

da Letture Facoltative di Wislawa Szymborska

 

venerdì 12 aprile 2013