venerdì 31 luglio 2015

Water



How Much Water Do You Eat? 


Meanwhile

Info: The Guardian, IME, Ecology, GRACE Communication Foundation, Los Angeles Times



Sorry








giovedì 30 luglio 2015

Senza vergogna




(…) La normalità talvolta desta interesse, scalpore e persino indignazione. Si parla ancora una volta di tasse, uno dei temi più dibattuti e controversi della storia della Repubblica italiana, in un avvenimento che alcuni hanno già definito storico: la quinta sezione civile della Suprema Corte di Cassazione, il 20 maggio scorso, ha riconosciuto legittima la richiesta di pagamento dell’ICI dal 2004 al 2009 da parte di due istituti scolastici religiosi al comune di Livorno, condannandoli al pagamento degli arretrati di circa 420.000 euro.
Per la prima volta in Italia due sentenze della Cassazione intervengono a chiarire definitivamente la questione a lungo dibattuta, nonostante la Corte fosse già intervenuta più volte con svariate sentenze (n. 5485 del 2008, n. 27165 del 2011, n. 4502 del 2012), dichiarando nella n.16612 del 2008 che «per integrare il fine di lucro è sufficiente l’idoneità, almeno tendenziale, dei ricavi a perseguire il pareggio di bilancio; né ad escludere tale finalità è sufficiente la qualità di congregazione religiosa dell’ente».
Le imposte vengono quindi applicate agli immobili, e non al progetto educativo. Nessuno vieta alle istituzioni religiose o ad altri enti di aprire e gestire scuole paritarie di ogni ordine e grado, ma la Cassazione ricorda che il fatto stesso di pagare una retta assoggetta gli istituti a una attività di carattere commerciale, «senza che a ciò osti la gestione in perdita», ribadendo anche che l'esenzione è «limitata all'ipotesi in cui gli immobili siano destinati in via esclusiva allo svolgimento di una delle attività di religione e di culto». La Chiesa Cattolica non svolge in questo caso attività in forma gratuita, ma offre un servizio a pagamento, nulla di più evidente.

Tobia Invernizzi su Micromega, 28 luglio 2015


domenica 26 luglio 2015

Riparare i viventi


Il cuore di Simon Limbres. Cosa sia questo cuore umano, dall’istante in cui ha cominciato a battere più forte, alla nascita, quando altri cuori là intorno acceleravano a loro volta salutando l’evento, che cosa sia questo cuore, cosa l’abbia fatto balzare, vomitare, crescere, danzare in un valzer leggero come una piuma, o pesare come un macigno, cosa l’abbia stordito, cosa l’abbia fatto struggere – l’amore; che cosa sia il cuore di Simon Limbres, che cosa abbia filtrato, registrato, archiviato, scatola nera di un corpo di vent’anni, nessuno lo sa davvero, soltanto un’immagine in movimento creata da ultrasuoni potrebbe restituirne l’eco, mostrare la gioia che dilata e la tristezza che contrae, solo il tracciato cartaceo di un elettrocardiogramma srotolato dal principio potrebbe segnarne la forma, descriverne la fatica e lo sforzo, l’emozione che pressa, l’energia prodigata per comprimersi quasi centomila volte al giorno e per far circolare fino a cinque litri di sangue al minuto, sì, solo quella linea potrebbe raccontarlo, delinearle la vita, vita di flussi e riflussi, vita di valvole che si aprono e che si chiudono, vita di pulsazioni, nel momento in cui il cuore di Simon Limbres, quel cuore umano, proprio quello, sfugge alle macchine, nessuno potrebbe sostenere di conoscerlo [...]


Il cuore di Simon - il diciassettesimo giorno grappoli di cellule sanguigne confluiscono in un sacchetto per formare la rete vascolare iniziale, che comincia a pompare il ventunesimo giorno (movimenti contrattili di ampiezza debolissima ma udibili con apparecchi ad alta sensibilità, parametrati per l'embriologia cardiaca), il sangue scorre nei condotti in formazione, innervando tessuti, vene, condotti e arterie, prendono forma le quattro cavità, tutto al posto giusto anche se incompleto il cinquantaseiesimo giorno. 
 



sabato 25 luglio 2015

Through the flames / 2



The days of rage, nothing's changed...







Through the flames / 1



I saw her wince, I saw her cry,
I saw the glory in her eye;
Myself I longed for love and light,
But must it come so cruel and oh so bright...


Ho visto la smorfia del suo dolore,
ho visto la gloria nel suo sguardo raggiante
anche io vorrei luce ed amore
ma se arriva deve essere sempre così crudele e accecante...



domenica 5 luglio 2015

sabato 4 luglio 2015

Man, it's a hot one




 





Referendum


In questi giorni si parla molto di referendum, ogni tanto succede. Tralasciando il caso particolare attualmente dibattuto in tutti i più autorevoli social network, la cosa che mi ha stupito è che tantissime persone danno per scontata l'uguaglianza
referendum = strumento democratico
che è falsa. È talmente falsa che non starei neanche a dirlo, se non fosse che fra queste persone ci sono anche giornalisti e addirittura leader di partito. Com'è possibile? Questo vuol forse dire che i leader di partito non sanno cose che so io che non sono leader di niente? Oppure vuol dire che fanno solo finta di non saperle per ottenere così il consenso di chi non le sa veramente? Questo sarebbe ancora peggio, perché vorrebbe dire che i leader di partito, invece di spiegare ai loro cittadini le cose che questi ultimi non sanno (uno mica può sapere tutto), sfruttano proprio le cose che i cittadini non sanno per raggiungere i loro fini, buoni o cattivi che siano. Per dimostrare che l'uguaglianza detta sopra è falsa, basta citare un caso in cui non è verificata, uno solo. Io ne citerò ben due.
Immaginiamo per esempio un referendum in cui la gente sia chiamata a decidere se consentire o no ai rom di rimanere sul territorio nazionale, non importa che cittadinanza abbiano. Credo non sia necessario spiegare perché un referendum del genere non sarebbe democratico, mi limito solo a ricordare che esiste una certa differenza fra democrazia e oclocrazia. Mi rendo conto che si tratta di un caso estremo, ma il caso estremo serve a isolare un concetto, poi si può discutere su quanto il concetto aiuti a capire un certo caso particolare. 
Ma a parte questo, un referendum può essere considerato democratico solo se viene indetto secondo le regole previste dalla Costituzione (ovviamente assumendo che la Costituzione sia ispirata a principi democratici), in modo tale che quando si determinano certe condizioni più o meno oggettive che non dipendono dalla volontà di un singolo individuo (per esempio la raccolta di N firme e l’approvazione di una Corte Costituzionale), il referendum deve essere fatto, anche se è inutile, anche se alla maggioranza della popolazione non interessa, anche se chi in quel momento è al potere ritiene che sia dannoso. Una cosa che distingue la democrazia da altri sistemi politici è che le regole sono più forti della volontà di chi governa, e anche più forti della volontà della maggioranza. Per esempio sono le regole che tutelano le minoranze, non la volontà del popolo. Se fosse per il popolo, le minoranze verrebbero spazzate via in un secondo.
Appurato questo, consideriamo il caso di uno al potere che proclami un referendum in modo del tutto arbitrario, magari perché gli torna comodo, allora in questo caso il referendum non è uno strumento democratico, ma uno strumento di manipolazione delle masse. Sia chiaro, può anche essere un referendum giusto, ciò non toglie che non sia democratico. Purtroppo “giusto” e “democratico” non sono due concetti totalmente sovrapponibili, per questo esistono due parole diverse per indicarli.


Pubblicato da Smeriglia | 2.7.15